domenica 3 giugno 2012

BUSCO-ME E NAO ME ENCONTRO.

SOUNDTRACK OF THE DAY
Padania – Afterhours
California queen – Wolfmother
Vera - Verdena


Non sono più così convinto dell'esistenza di un amore impossibile.
Lo vedo ovunque, l'amore, anche in dettagli che mai avrei immaginato –nella maglia coi cerchi disegnati, sul cancello ridipinto di una casa col giardino, tra i gommini dei gatti, nella colla tra le unghie mentre si strappa l'etichetta di un vino corposo.
Ho finito scuola: il diploma non l'ho nemmeno guardato, giusto un'occhiata a controllare se il nome era corretto. Dev'esser da qualche parte, boh, forse nel cassetto della scrivania. Ho una montagna di appunti che forse un giorno rileggerò, non sono fondamentali quanto i gesti e le parole della gente che ha condiviso l'esperienza con me.
Credo di essere migliorato molto, a forza di sentire professori con le loro convinzioni sul bello stile e colleghi che difendevano la loro mediocrità, così ciechi e sordi da scambiarla per bravura incompresa. Quante risate mi sono fatto sentendo giustificazioni e quanto mi rendevano fiero i loro sussurrati "non lo capisco. Scrive e capisce solo lui".
Prima di iniziare, per anni, ho inteso quella scuola come un punto di arrivo, lo scoprire a che livello ero confrontandomi con altre persone che dello scrivere si facevano araldi. Ora so, il che mi fa tornare indietro di quasi vent'anni quando ero convinto di conoscere le cose: ora so, dicevo, che sapere e amare sono i due verbi più indefiniti nel vocabolario.
Ho imparato a ridere. Addirittura mi hanno fotografato e guardandomi sto superando l'iniziale istinto di bruciarle dicendo "quello è il mio gemello scemo". Dovrò abituarmici, a volte sono l'amico immaginario di me stesso. E quel tizio, spesso, ride.
Verso la fine della scuola mi son preso una settimana di tregua, destinazione Lisboa. Anni fa, quando l'ho salutata distratto, non avevo concluso un discorso, così ho scarpinato un pomeriggio fino alla casa di Pessoa cercando di capire che effetto mi avrebbe lasciato. Nel frattempo (era il 2001) sono successe più cose di quante ne possa ricordare e temevo che rivedendolo non avrei provato alcunché. Un po' come quando rivedi una fidanzata e non provi nulla e quasi ti senti a disagio per l'aridità del cuore, nostro pulsante capro espiatorio. Ora vedo l'amore, prima non lo consideravo se non nella sua tragicità. Certo l'essermi accettato costa fatica e non ho ancora raggiunto l'obiettivo, comunque sto bene. Tempo fa quel genio di Aldo Nove ha scritto L'amore osceno, una sorta di autobiografia di un tizio che nella sua vita disagiata non fa altro che ricercare la purezza nella miseria. Per me quella è una poesia di cento pagine. Trovare l'emozione non è difficile, mantenerla sì.
Uno dei protagonisti del mio libro è, anche se non lo ammetterà mai, imbranato. Persino nei sogni riesce a farsi picchiare, a volte neppure lì è l'attore principale. Eppure nella sua mediocrità è riuscito a farmi capire che non sempre lo scontro frontale coi proprio demoni risulta la cosa migliore, mi ha insegnato una sorta di diplomazia. Così, immergendomi nel buio, ho compreso che con un pizzico di malizia anche i demoni del passato si possono tenere a bada. Ogni tanto graffiano e se sono solo li lascio riaffiorare per bersi un thé o rollare un joint, prima di ricacciarli nel limbo. Se tornano il giorno successivo, non li ascolto oppure mangio un Lindor. Magari in futuro diventeremo amici.
C'è così tanto amore intorno; resto ancora dubbioso se prendere un pezzo per me o meno, non vorrei dissolvere tutta l'immagine strappandone un tassello.
Ma che importano le conseguenze, finirò col prenderlo lo stesso!
La bambina di Miss Little Sunshine alla fine del concorso si mette a ballare in modo inappropriato e la presidentessadiplastica della giuria interviene per fermare lo scempio: si avvicina al padre della ballerina sputando la sua borghesia come fosse Verità, al punto di urlare "che cosa sta facendo sua figlia!". Lui guarda il ballo –una sorta di strip-- con vergogna, guarda la vecchia, riguarda la figlia e si accorge finalmente della gioia che la pervade, per la prima volta la vede davvero felice e viva. E nella felicità altrui, essendo contagiosa, ci si rispecchia. La vecchia continua a fissarlo e lui, con amore, risponde "Vuol sapere cosa sta facendo mia figlia? Fa quel che cazzo le pare".
Finché sarò in grado di ballare sgraziato e felice fregandomene delle malelingue, l'amore mi sorriderà. E anch'io, di riflesso.
Questo almeno è ciò che sostiene il mio gemello immaginario. 
Basta rimanere lucidi e ricordare cosa si voleva, una volta che la si sta per ottenere.

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