sabato 10 dicembre 2011

IL CANTICO DELL'ABBANDONO.

SOUNDTRACK OF THE DAY

12:51 - The Strokes
A vita bassa - Baustelle
Il vitello dei piedi di balsa - Elii

<Come stai Luca?, ah ma sei ancora vivo!?!>
Come sto... qualche mese fa una persona mi ha fatto notare la difficoltà nel rispondere a una domanda del genere, un po' per il disinteresse di fondo nel sentire la risposta e un po' per la difficoltà nell'intraprendere una rapidissima autoanalisi al fine di darla, quella risposta ininfluente.
Ho letto uno splendido romanzo di Zafon che si intitola Marina, scoperto la bellezza dei primi film di Woody Allen, mi sono emozionato quando al ritorno dal lavoro sulla scrivania c'erano i tre figli di Akka ad aspettarmi, sto così.
In questo periodo sono come sdoppiato, con il mio io visibile che si deposita stancamente nel fondo di un gigantesco bicchiere e la mia ombra che sta lì a guardare le forme che lascio per indovinarne il futuro, da buona caffeomante.
Vedo da distante la mia vita sociale di quest'ultimo periodo, decisamente misera: i problemi (o meglio, le situazioni da risolvere) con la nonna, l'abbandono di Rachel, lo stipendio che non arriva, un insieme di eventi mi hanno portato a dimenticare l'esistenza del telefono, dei bar, degli amici –che giustamente mi maledicono.
Esco una sera a settimana esclusivamente per vedere una ragazza che mi piace parecchio, finiamo in pizzeria o in qualche posticino dove servono cocktail e non ci sono persone che conosciamo per poter parlare liberamente di qualsiasi cosa ci venga a tiro, dal rinvangare i tempi passati alle motivazioni per cui non abbiamo ancora figli, dall'ultimo film in programmazione agli assoli di Gilmour in Confortably numb, trascorriamo le ore così che quando torno a casa rimango almeno per qualche tempo con stampato quel sorriso ebete da joker; servisse a qualcosa mi prenderei a schiaffi, perché mai passo il tempo a parlare con una ragazza così bella proprio non riesco a spiegarmelo.
L'ultima volta si è presentata che aveva il paraorecchie, appena l'ho vista - continuo ad avere le fissazioni per i dettagli e quel particolare è uno dei miei punti deboli - le sarei saltato addosso, alla faccia dei discorsi intellettuali.
Ho il cervello sotto sforzo, il libro che sto tentando di scrivere mi sta riscrivendo.
È la prima volta che un qualcosa mi impegna a fondo: nonostante non sappia bene quale sarà la sua storia mi diverte vederlo crescere, osservo quasi stupito il passaggio polpastrelli schermo pc carta. Non ha titolo, forse arriverà alla conclusione come quei genitori che non danno il nome al loro nascituro fin quando non emette il primo vagito. Parla di un orfano nato a Dusseldorf nel 1925, di medici nazisti, di un rocker hippie militante in un gruppo folk-psichedelico (i Soul Stripped II Times, arrivati a sfiorare il successo durante i primi anni 80 aprendo un concerto a Londra ai King Crimson), di un ragazzo di nome Dylan che subisce l'attuale periodo di crisi e vive lasciandosi scivolare i giorni addosso come i personaggi di Camus, di incubi notturni che non sempre si dissolvono all'alba, di una gatta di nome Zooey, di Firenze Glastonbury Christiania e dell'Argentina. Parla di un po' di cose, devo ancora capire bene in che modo lo farà.
Manca appena un mese all'inizio del corso alla Holden e il senso di inadeguatezza inizia ad amplificarsi, non mi sento pronto e allo stesso tempo lo sono da anni.
Brrrrr!, che ansia!, che tutto!, che ...boh.
Me ne torno a risistemare un capitolo. 
Magari domani le telefono. 
Il resto si sistemerà a suo tempo. 
Amen.

STAY TUNED

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