(Ri-flessioni approssimative e frasi
slegate sulla psichedelia in attesa che termini il download di Inside
Llewyn Davis, fuori c'è vento la gatta gratta sulle lenzuola ed è
finita la schiuma da barba.)
E sono uno straniero infelice
contento di scappare per le strade del
Messico -
I miei amici sono morti su di me, le
mie
amanti svanite, le puttane bandite,
il mio letto sbattuto e sollevato dal
terremoto -
(J.Kerouac)
Di fatto, comprendere alcuni generi
musicali estrapolandone la componente chimica risulterebbe insipido
come farsi raccontare quadri di Picasso da professori strabici.
Inutile girarci attorno: qualunque tipo
di musica deve, al tipo di droga appropriata,
ispirazione
ritmo
vestiti
stile di vita.
Ci sarà pure un motivo se Bob Marley
non è morto iniettandosi eroina, in fondo.
Seguendo il principio artistico del "Se
stai bene, non crei" l'uomo trova nella droga un tempo più o
meno ragionevole di libertà interiore. Prima e dopo l'assunzione, il
musicista tende a comporre testi e melodie, rendendo indirettamente
la droga madre e regina della scala pentatonica.
La psichedelia fu l'unico genere
musicale che sconvolse gli equilibri utilizzando tutti e cinque i
sensi: in quel momento storico non si trovarono solo musicisti più o
meno illuminati ma, come nel caso di Lou Reed nei Velvet Underground,
non scrivevo dell'eroina, scrivevo nell'eroina.
I testi psichedelici, oltre a essere
trattati di ricerche sull'io (cosa che non avvenne in altri generi
musicali) sono quindi trattati non sulla droga ma scritti
direttamente per mano dell'acido lisergico.
Ma se per il musicista le sostanze
psicotrope fanno parte di un percorso ascetico, la musica non solo ne
assume la valenza (Musica=Droga) ma oltre a essere la cura ne diviene
anche la malattia: sì, la musica è una malattia, tanto che nelle
biografie di band conosciute una delle prime informazioni è "Gruppo
INFLUENZATO da".
In linea di massima, con la musica
psichedelica si inizia a diffidare degli artisti che nemmanco
conoscono il termine ganja.
Per comprenderne la rivoluzione
culturale bisognava quindi trovarcisi immersi o quantomeno averne
saggiato pro e contro: affrontare testi come Lucy in the Sky with
Diamonds senza strapparsi le unghie grattandone la superficie
risulterebbe soddisfacente quanto mangiare kiwi non sbucciati.
Perché fiorisca un genere musicale
occorrono due fattori:
1 Instabilità politica
2 Perdità di appartenenza verso il
genere musicale predominante
(In quest'ultimo caso la ribellione
psichedelica si manifestò attraverso l'Edificare è abbattere
di Arthur Rimbaud, uno dei maggiori poeti non beat che influenzarono
il movimento.)
A metà degli anni 60, negli Stati
Uniti il folk la faceva da padrone (Tim Buckley, Crosby Still &
Nash – ancora privi di Neil Young -, i Traffic, solo per fare tre
nomi) pur iniziando a perdere le simpatie di una nuova generazione,
impegnata nella ricerca di un qualcos'altro per esprimere i loro
pensieri. Integrazione razziale, marce pacifiste contro la guerra in
Vietnam, un'insieme di ribellioni che centrifugarono la visione di
canzone come semplice marea, inondandola di concetti filosofici
rivolti verso un ammmore che è uno ed è tutto.
Ribellione, dunque.
E dove c'è ribellione solitamente c'è
violenza, rappresentata platonicamente con l'introduzione di feedback
e suoni noise fino all'apoteosi dello stupro di Jimy Hendrix all'inno
nazionale.
Dal punto di vista musicale, gli
artisti sentivano la necessità di nuovi suoni, di un qualcosa che li
portasse a esprimersi in un livello più profondo. Senza riflettori,
inizialmente.
Tant'è che gli albori della
psichedelia si ritrovano in quelle che i posteri hanno denominato
garage band.
Il buio di un garage come
contrapposizione all'accordatura aperta di Crosby.
Il porsi domande in contrapposizione al
credo dei marines "Io voglio servire il mio Paese"
La poesia beat, musica sincopata in
times new roman.
La non violenza.
Lo yoga, non il passo del giaguaro.
I colori accesi del caleidoscopio
sparati addosso al grigiume della società.
E ancora: l'utilizzo di strumenti non
abituali al rock. I 13th Floor Elevators riprodussero il
suono dei colli di bottiglia (cosa che inconsapevolmente perpetua
l'ubriaco in pizzeria, per dire.)
e del sitar (presenza fissa nei Beatles
del dopoIndia).
Nuovi effetti, anche: il delay, il
reverse (cioè la riproduzione inversa di parti registrate in
precedenza: il tanto caro messaggio satanico subliminale che nelle
varie generazioni ha riempito la bocca ai bigotti)
I discografici capirono ben presto la
potenzialità del nuovo filone e cavalcando il periodo dell'oro
musicale riuscirono nel compromesso storico, dove le band sfornavano
hit da classifica per giustificare le loro sperimentazioni.
Due accordi ripetuti all'infinito,
suoni adatti a sparare l'anima in un tunnel diretto verso
l'AltroQuando – Camera. Cuffie. Notte. Whole Lotta Love a tutto
volume. Occhi chiusi. Welcome to Plutone.
Da lì, l'esplosione psichedelica
invase gli altri generi musicali come un virus (una cura)?
Il ride the snake blueseggiato
in The end dai Doors – caro a Conrad in Cuore di Tenebra – il
bello stile degli Iron Butterfly con In a gabba da vida,
il brano sperimentale dei Beatles
Tomorrow never knows basato su un solo accordo, particolarità
riproposta con la canzone mononota degli Elii.
Colori accesi, dunque.
Chi non ricorda con nostalgia i poster
pischedelici ogni volta che guarda un anonimo rettangolo giallastro
di TicketOne?
Il rock&roll è una cosa talmente grande che la gente dovrebbe cominciare a morire per lui. Voi non capite: la musica ti restituiva il tuo stesso battito, e ti permetteva di sognare. Un’intera generazione che correva insieme a un basso Fender. La gente dovrebbe morire per la musica. Tanto si muore per qualsiasi altra cosa, perché non per la musica? Muori per lei. Non è carino? Non moriresti volentieri per qualcosa di carino? Forse sono io che dovrei morire. In fondo, tutti i grandi del blues sono morti. Ma la vita va meglio, oggi. Io non voglio morire. Giusto? (Lou Reed)
E segnò un momento di distinzione tra
la psichedelia (l'inno americano di Hendrix è l'emblema) e ciò che
sarebbe accaduto a breve. Il paradosso è che gli hippie erano in
contrapposizione ai volontari marines pronti al Vietnam, salvo poi
essere entrambi ghettizzati in un futuro prossimo da quella stessa
società; in questo senso, rappresentazioni come Hair e Rambo non
sono così differenti.
Il movimento psichedelico, dopo aver
esaurito la carica iniziale (1966/69) ha lasciato che le spore
germinassero altri generi/nipoti tutt'oggi validi, spostando la
sperimentazione col tempo in una modalità inizialmente chiamata
Progressive.
Se è vero che esiste un albero
genealogico della musica, il ramo usato dalle scimmie/musicisti per
le evoluzioni più improbabili è stato senza dubbio quelo
psichedelico.
Di fronte alla musica siamo la bambina
portoghese di Guccini che resta in piedi per affrontare l'oceano:
ogni canzone è una bottiglia che lanciata da chissà dove potrebbe
spiaggiarsi a pochi passi da noi, desiderosa di scoprire il messaggio
all'interno. Che ne so, ascoltare Paranoid Android senza conoscere
Bohemian Rhapsody è come mangiare patatine fritte con le posate.
Bussa al cielo e ascolta il
suono!
La psichedelia è moda passeggera per
chi non ricorda i sogni al risveglio,
la psichedelia è realtà
armonica per chi semplicemente, della discussione filosofico
esistenziale del chi piscia più lontano, se ne frega.
Peace, Flowers & Love
scrivendo una poesia
& sentendomi assurdo
per questa attività senza sugo
sono andato alla finestra
& ho visto un mingherlino
cappelmatto barba di tarme
baffo alla Groucho
ghignante
mormorante
a se stesso
contemplava
le cartoline di auguri
alla finestra
della imprimerie
git-le-coeur
All'improvviso
con una rapida
calligrafia sul muro
ridendo di soppiatto
& scuotendo la vecchia testa
(bislacco solitario
vestito un po' da prete
topesco & nero) lui
ha scritto
& ho dovuto vedere
& sono corso sotto
& ho letto
STIAMO CERCANDO
RAGIONI RAZIONALI
PER CREDERE
NELL'ASSURDO
(H.Norse)